Nella cornice sanguinosa e violenta del declinante impero Maya, alla vigilia dello sbarco dei conquistadores, si snoda la vicenda del sacrificando Zampa di Giaguaro, deciso a salvare se stesso e i suoi affetti. Sfruttando abilmente l’appeal commerciale della truculenza e dell’eccesso visivo, il “buon” Gibson, a quattro mani con lo studioso Farhad Safinia, costruisce una pellicola sopra le righe, tutta giocata sullo stereotipo dell’inseguimento e falsamente ammantata di verosimiglianza storica a partire da un incongruo idioma maya yucateco sbandierato per esprimere concetti sicuramente un po’ in anticipo sui tempi. Regia piuttosto compiacente ma tecnicamente valida.
