regia:
Pedro Almodovar
Penelope Cruz, Luis Homar, Blanca Portillo, Jose' Luis Gomez, Tamar Novas, Ruben Ochandiano, Marta Aledo, Agustin Almodovar, Enrique Aparicio, Rossy de Palma, Angela Molina, Carlos Leal, Carmen Machi (124')
anno:
2009
La storia di un regista, Mateo Blanco che, divenuto cieco, cambia il suo nome in Harry Caine e lavora come ghost writer di sceneggiature, diviene il pretesto, per il blasonato autore spagnolo, per realizzare un bel racconto a tinte forti. Il tessuto narrativo, non lineare perché costruito attraverso il graduale disvelamento in parallelo del passato e del presente, risulta efficace nell'evocare l'opacità in cui si muovono tutti i personaggi. Moltissimi gli elementi simbolici, estremamente intriganti, che vi si intrecciano: l'occhio e l'obiettivo, la cecità e la scrittura, il visivo e il sonoro, il cinema che svela e il cinema svelato, il passato e il presente, la vita e la morte (sul piano del racconto, ma anche su quello più simbolico della creatività)... Il tutto probabilmente autobiografico, come sembrerebbe rivelare il film nel film presente nel racconto, evidente remake di "Donne sull'orlo di una crisi di nervi"... Tematiche certo già viste, ma qui trattate con un tocco e una capacità di stupire: a partire dai tipici cromatismi della fotografia di Almodovar. Come già in VOLVER, la macchina da presa continua ad esaltare la fisicità della Cruz.
