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ANGELE ET TONY

regia: Alix Delaporte
Clotilde Hesme, Gregory Gadebois, Evelyne Didi, Jerome Huguet, Antoine Couleau (85')
anno: 2010


Un film sulle lontananze e sui cammini di ricongiunzione. Un cammino che ha bisogno di tempo, per curare le ferite, con cui tutti i personaggi del film si misurano sin dall’inizio. Angèle, cui Clotilde Hesme offre una bellezza aspra e scontrosa che buca lo schermo, è una donna in frantumi, bloccata nelle relazioni, personaggio che nel contempo respinge ed attrae, alle prese con un passato in prigione e con il difficile affidamento del piccolo Yohan. Tony (Grégory Gadebois) è un uomo di mare la cui fisicità massiccia e un po’ goffa nasconde una interiorità sofferta e saggia, così come aspra appare anche sua madre Myriam (Evelyne Didi), entrambi di fronte all’elaborazione di un lutto familiare.
Opera prima dell’ex giornalista Alix Delaporte, che ne è anche sceneggiatore, il film si apprezza per la capacità di svelare gradualmente le opacità dei personaggi e i loro sentimenti. Sono tutti un po’ “rotti” dalla vita e vanno riparati, ma hanno bisogno di tempo, come sembra alludere la ruota bucata della bicicletta di Angèle: solo così potranno provare a “raccontarsi di nuovo delle favole” e ricominciare.
La fotografia, fredda all’inizio, si scioglie gradualmente verso il finale, mentre la colonna sonora del debuttante per il cinema Mathieu Maestracci, sa sottolineare le evoluzioni interiori di tutti i personaggi, ammorbidendo in particolare gli intensi e lunghi primi piani. Scelte espressive azzeccate che contribuiscono non poca alla credibilità delle lente trasformazioni raccontate.

Presentato alla 67.ma Mostra di Venezia nella sezione Settimana della Critica.
Valutazione: quattro pallini

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