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LA GENERAZIONE RUBATA

regia: PHILLIP NOYCE


Trama Australia 1931. Molly Craig è una ragazza aborigena strappata alla sua famiglia per essere istruita come domestica ed essere integrata nella società dei bianchi. Insieme alla sorella Daisy e alla cugina Gracie intraprende un viaggio di oltre 1.500 miglia, pieno di insidie e pericoli, per ritornare a casa.
Critica "'La generazione rubata' è una storia vera e di questo siamo grati sia al regista Phillip Noyce, specializzatosi in thriller hollywoodiani, che a Doris Pilkington, figlia di Molly e autrice del romanzo da cui è tratto il film. La verità storica c'è, quella cinematografica meno. Colpa di bambine così belle da sembrare uscite da uno spot anni '80 della Benetton, di paesaggi da cartolina e di una regia fiacca che non entra in sintonia con le musiche dissonanti di Peter Gabriel. Il lieto fine risolve ogni conflitto. Preferiamo la maturità di un'altra pellicola sugli aborigeni: 'The Tracker' di Rolf de Heer, in cui Gulpilil recitava lo stesso ruolo ma con più bravura. 'La generazione rubata' preferisce l'effetto alla riflessione. E infatti è piaciuto molto alla Miramax, che lo distribuirà anche in Usa e in Inghilterra". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 22 novembre 2002)


LA GENERAZIONE RUBATA
"Interpretato da Kenneth Branagh, da attori presi dalla strada e dal mitico attore aborigeno Gulpilil, il film è un piccolo capolavoro, girato con stile asciutto, commovente senza lacrima sul viso, fotografia magnifica". (Piera Detassis 'Panorama', 5 dicembre 2002)

"Lineare, drammatico, vigoroso, alimentato da un fervore civile che commuove senza sentimentalismi o volgari cedimenti, 'La generazione rubata' è un terso e veemente film che utilizza la macchina da presa, i paesaggi desertici e sconfinati, le facce autentiche delle sue giovanissime attrici, la tenacia odiosa del personaggio, realmente esistito, interpretato da Kenneth Branagh per denunciare e obbligare gli australiani a guardare senza mistificazioni e giustificazioni il proprio passato recente, il vergognoso comportamento verso gli aborigeni". (Enrico Magrelli, 'Film Tv', 3 dicembre 2002)

Note PRESENTATO AL FESTIVAL DI TAORMINA 2002.

materiale tratto da www.cinematografo.it

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