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L'APPARTAMENTO SPAGNOLO

regia: CEDRIC KLAPISCH
ROMAIN DURIS , JUDITH GODRECHE, AUDREY TAUTOU, CECILE DE FRANCE
anno: 2003


Xavier è uno studente venticinquenne di Economia figlio di genitori divorziati che, per completare i propri studi nel minor tempo possibile, ha deciso di trasferirsi a Barcellona. Un amico di suo padre, infatti, gli ha promesso, non appena laureato, un posto al Ministero delle Finanze. Durante quest'ultimo anno di studi dividerà un appartamento con altri sette studenti di differenti Paesi europei, imparerà ad abbandonare i suoi punti di riferimento e farà degli incontri che gli insegneranno a vivere.
Critica "Tracce di giovanilismo e qualche stereotipo, ma Cèdric Klapisch, regista che apprezzammo in 'Ognuno cerca il suo gatto', non è un ruffiano del sentimentalismo. Infatti all'attrice che fu Amelie consente solo due incursioni: il mondo del suo film ha tanta voglia di essere favoloso, ma sa fermarsi un attimo prima di risultare stucchevole". (Alessio Guzzano, 'City', 24 gennaio 2003).

"'L'appartamento spagnolo' commedia corale metaforica di Cédric Klapisch, è come l'Europa che fa venire i mal di testa a Romano Prodi: molto simpatica, potenzialmente irresistibile ma anche infantile e velleitaria. Klapisch, già bravo in 'Aria di famiglia' e 'Ognuno cerca il suo gatto', è così affascinato dalla macchietta (l'irresistibile fratello idiota dell'inglesina) da mettere in secondo piano psicologie e identità nazionali. Quella che rimane è una pellicola ad alta digeribilità con un eccellente protagonista e un intelligente uso, anti-Dogma 95, della ripresa digitale. L'italiano, ottimamente interpretato da Federico D'Anna, è uno scansafatiche imboscato dalle scarse doti intellettive". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 23 gennaio 2003)

"Non c'è una storia, ma un contesto. Non un finale, ma un'educazione sentimentale. (...) Da Klapisch eravamo abituati a una cattiveria rivelatrice delle debolezze umane. Non succede invece in questa commedia europeista per universitari". (Silvio Danese', Il Giorno', 24 gennaio 2003)

"E' il primo film europeo: non una coproduzione né quel genere di accumulazione cosmopolita detta 'europudding', ma l'analisi della prima generazione di ragazzi europei nelle nuove istituzioni d'Europa, condotta attraverso il personaggio di uno studente parigino venticinquenne arrivato a Barcellona per completare i propri studi universitari." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 24 gennaio 2003)

"A guardare più per il sottile, ci si accorge che l'ingenuità con cui Klapisch mette in scena questo diario di un ragazzo d'oggi è più apparente che reale. Se le immagini, girate in video, sono 'povere', nondimeno la regia adotta uno stile consapevole, che è un po' il riflesso degli stati d'animo e delle insicurezze dei ragazzi. Quanto alla simpatia che il regista prova per loro, non gli impedisce affatto di osservarlo con uno sguardo ironico, a tratti anche beffardo." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 26 gennaio 2003)

da www.cinematografo.it

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