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CONSTANTINE

regia: Francis Lawrence
Keanu Reeves, Rachel Weisz, Tilda Swinton, Peter Stormare, Prujtt Taylor Vince, Shia LaBeouf, Gavin Rossdale, Djmon Hounsou
anno: 2005


Il cappotto a tre quarti ha preso il posto dello spolverino di pelle. Scordatevi gli occhiali scuri e lo stile post-cyberpunk di Matrix. Cravattina nera su camicia bianca sbottonata e sporca: in quanto a look il nuovo Keanu Reeves è più tipo da london decadence. Fuma incessantemente sbattendosene del cancro terminale ai polmoni. Beve, sputa sangue e battute taglienti come coltelli. Il suo nome è John Constantine e come il Neo di Matrix fa la spola tra due mondi. Ma stavolta l'altro mondo è davvero l'inferno di fuoco e fiamme dove è rimasto per un paio di minuti prima di essere 'graziato' e riportato in vita per una seconda possibilità. La possibilità di guadagnarsi il paradiso a patto che scacci dalla terra il maggior numero di demoni nel tempo che gli sarà concesso dal cancro.
John Constantine è, dunque, un cacciatore di demoni. Ma è anche uno che sa come va il mondo e non gli piace e che pensa, fondamentalmente, soltanto a se stesso.
Nato in casa DC Comics, arriva sul grande schermo con la prudente dicitura 'basato su' i personaggi di Hellblazer. Il nome del suo creatore, Alan Moore, non figura da nessuna parte nei credits, cosa che ha scatenato una serie di voci da corridio internettiano. Un John Costantine moro e americano, anziché biondo e inglese come da fumetto, sarebbe il motivo dell'ira di Alan Moore. In realtà, le cose stanno diversamente. Da una un lato Alan Moore è solito dissociarsi da tutte le trasposizioni cinematografiche dei suoi fumetti. Dall'altra parte bisogna dire che questo fumetto underground è così politicamente scorretto, cinico e spietato nello smascherare le ipocrisie della 'sistema' che difficilmente avrebbe passato il vaglio della censura se portato al cinema in versione integrale. Per necessità, quindi, il regista e gli sceneggiatori (Kevin Brodbin e Frank Cappello) hanno ammorbidito alcuni tratti del personaggio. Ma niente paura, il Constantine di Keanu Reeves non ha perso la sana abitudine di alzare, quando serve, il dito medio.
Che non si dica, perciò, che Costantine sia una specie di Dylan Dog, cui spesso e impropriamente viene paragonato. In confronto, il nostro Dylan è uno stinco di santo, per non dire un boy-scout.
I migliori amici di Constantine sono l'alcool e le sigarette (non se ne abbia a male Sirchia anche perché nel film c'è un bel fermoimmagine sulle controindicazioni scritte sui pacchetti di sigarette). Poco malleabile, avvezzo a tagliar corto con le parole, cinico, Constantine ha un dono che è la sua maledizione: la capacità di indivuare angeli e demoni dietro i volti umani. Per sfuggire alle visioni si è suicidato, è finito all'inferno ed è tornato. Quanti più demoni sconfigge tanto più si accorcia la distanza tra lui e il paradiso. Ammesso che il cancro ai polmoni non lo rispedisca all'inferno per tempo scaduto.
Lo troviamo a Los Angeles alle prese con esorcismi e una bella detective (Rachel Weisz) che indaga sul misterioso suicidio della sua gemella…

Los Angeles, l'inferno è qui
A dispetto del fumetto ambientato a Londra, Constantine si svolge a Los Angeles. L'inferno da cui Constantine va e viene è proprio sulla 101 Freeway. Perché? "Basta trovarsi lì all'ora di punta e capirete", scherza il regista. La Los Angeles di Costantine è ispirata a Training day: entrambi i film mostrano un lato inconsueto della città come la zona etnica. Per il resto l'esordiente Francis Lawrence (all'attivo pubblicità e video-clip) si è ispirato al Mistero del falco di John Huston e Chinatown di Polanski

(Primissima.it)

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