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PROVINCIA MECCANICA

regia: Stefano Mordini
Stefano Accorsi, Valentina Cervi
anno: 2004


Operaia, operosa, felice, claustrofobica, poetica, questa è stata la Provincia Italiana per il nostro Cinema, e adesso, a quanto pare, diventa anche "Meccanica" nel film dell'esordiente Stefano Mordini.
Meccanica come può essere la routine borghese di imprecisati lidi romagnoli (sembrerebbe Ravenna) alla quale una giovane coppia proletaria, Marco e Silvia, sposati e con due bambini, un cane ed un'iguana, preferisce una sorta di serena anarchia.
Ma questo non basta a placare l'irrequietezza di Silvia, che prima non riesce ad impedire che la madre si faccia assegnare in tutela la figlia Sonia e poi, fra depressione e sensi di colpa, finisce a letto con il Rosso, un amico di Marco, dal quale avrà addirittura un bambino. E' crisi fra i coniugi Battaglia, ma dopo fughe ed allontanamenti, Marco saprà reagire e proverà a tessere di nuovo le fila del loro amore.
Il regista nelle interviste ama ripetere che voleva "stare" sui suoi protagonisti, e forse in questo sforzo, non si è accorto dei buchi narrativi o delle incongruenze della storia. E se voleva mostrarci uno scenario sociologicamente "alternativo", il risultato è però piuttosto un quadro malato, avvolto perennemente da una luce claustrofobica, in cui si fa largo a fatica e con tempi troppo dilatati un'idea di cinema "alto" e d'autore.
Una tensione espressiva comunque lodevole in un'opera prima, che chissà come si sarebbe sviluppata con altri interpreti: Valentina Cervi, una Silvia sensuale e sbandata, fa vedere molto del suo corpo ma poco, ahimè, del talento dell'inarrivabile nonno Gino; Stefano Accorsi ce la mette tutta per rendere credibile Marco, ma ancora una volta dopo Venezia suscita ilarità in non poche scene, anche perché il suo personaggio non sembra proprio un fulmine di guerra ma piuttosto un buon diavolo inebetito di suo e dalle avversità, che nel finale cerca il riscatto buttandosi a capofitto in una improbabile maratona notturna con cui simbolicamente "corre" verso un nuovo futuro.
Mandiamo a Berlino il giovane Mordini (classe 1967) in cerca di gloria e intanto, con tutte le attenuanti del caso, cioè del debutto, ri-mandiamolo a Settembre, cioè al prossimo film.

Max Morini
da filmup.com

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