> Home > Chi siamo > Rassegne > Contatti

 

 

:: in evidenza

::> |

VAI E VIVRAI

regia: RADU MIHAILEANU
ROSCHDY ZEM (YORAM); YAEL ABECASSIS (YAEL); RONI HADAR (SARAH); MIMI ABONESH KEBEDE (HANA); RAYMONDE ABECASSIS (SUZY); MOSHE ABEBE (SCHLOMO TEENAGER); MOSHE AGAZAI (SCHLOMO DA BAMBINO); SIRAK M. SABAHAT (SCHLOMO ADULTO)
anno: 2005




Trama:


In Etiopia, durante la carestia del 1984-85, la popolazione di religione ebraica, grazie all'aiuto di Israele e degli Stati Uniti, ebbe la possibilità di raggiungere la Terra Promessa, secondo il progetto denominato "Operazione Mosè". Schlomo, benché non sia ebreo e non possa vantare una discendenza semita, viene convinto dalla madre a mentire e a fingersi ebreo per sfuggire alla morte. Arrivato in Israele il ragazzo si finge orfano e viene adottato da una famiglia di ebrei sefarditi provenienti dalla Francia. Si può crescere con il continuo timore che la propria doppia menzogna venga scoperta? Si può dimenticare la propria terra e la propria madre? Crescendo Schlomo scoprirà la cultura occidentale, i pregiudizi razziali e la guerra nei territori occupati; né ebreo, né orfano, in fondo non è che un nero come tanti altri, con una profonda nostalgia della madre che spera un giorno di riabbracciare ...


Critica:


"A circa sette anni dall'exploit di 'Train de vie', il regista rumeno/giramondo Radu Mihaileanu - che nel frattempo ha firmato solo il semiamatoriale 'Ricchezza nazionale' - dimostra di non aver perso il tocco personale, la vocazione ad affrontare temi esplosivi o polemici con uno stile insieme emotivo e brillante. (...) Il taglio si mantiene, peraltro, limpido e delicato, in modo che il sostrato metaforico - le difficoltà dell'integrazione culturale, la persistenza dei pregiudizi di classe, la questione palestinese - non finisca, deo gratias, con lo schiacciare lo spettacolo o renderlo petulante." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 5 novembre 2005)



"Il regista del tragicomico gioiello yiddish Train de vie, Radu Mihaileanu, ci rammenta l' exodus degli etiopi ebrei in Terra Santa coi falasha (emigrati in lingua abissina), i discendenti di Salomone e la regina di Saba. Autore anche del romanzo, propone una lettura in chiave privata, la fatica della doppia identità di un ragazzino cristiano, Schlomo. (...) Il faticoso rapporto umano è raccontato senza troppa emotività rischiando di sottovalutare il calore della psicologia, ma interessanti sono gli interni progressisti di Israele, il kibbutz e il rabbino, le lotte interne e le varie forme di razzismo. Una storiona, con fin troppo melò ma anche sincera partecipazione per tutti quelli costretti a fuggire." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 novembre 2005)


Note:


PRESENTATO IN CONCORSO AL 55MO FESTIVAL DI BERLINO (2005) NELLA SEZIONE 'PANORAMA' E VINCITORE DEL PREMIO DEL PUBBLICO. - CONSULENTE SCIENTIFICO: RABBI MENASCHEM WALDMAN.

indietro

 

 

top