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LES AMANTS REGULIERS

regia: Philippe Garrel
Louis Garrel, Clotilde Hesme, Julien Lucas, Mathieu Genet, François Toumarkine (178’)
anno: 2005


Parigi, 1969. Ad un anno dai tumulti studenteschi del “Maggio Francese”, un gruppo di ventenni frequenta la casa di un coetaneo ricco e annoiato… Si fuma oppio, si parla di arte e politica, sbocciano e sfioriscono relazioni sentimentali.
Regista legato ad opere performative di gusto sperimentale (soprattutto agli inizi della carriera, quando è considerato, da molti, il discepolo naturale di Godard e Truffaut) fin quando, sul finire degli anni ’70 rivede la sua poetica alla luce di una riscoperta logica narrativa più lineare e legata alla tradizione. Non nuovo agli exploit veneziani, (Leone d’Argento nel 1991 con J’entends plus la guitar; Premio Fipresci 2001 per Sauvage innocence) con quest’ultima opera di notevole impatto estetico ed estetizzante di gusto decadente e bohemien ha calamitato l’attenzione di parecchia critica e di un pubblico “giovanilista” e un po’ nostalgico del “bel tempo che fu”. Un severo ed austero bianco/nero dilatato nella solenne ed ipertrofica lunghezza del minutaggio, compresso in un formato quasi quadrato, nell’immobilità della macchina da presa (i rari movimenti sono, per giunta, lentissimi), illustra, in una sorta di compiaciuto e nostalgico amarcord, il fallimento della rivoluzione e la riconduzione degli ideali di rottura ai ben più miti consigli di una borghesia spocchiosa, ripiegata su se stessa e distante dalla realtà. Però, lo sguardo del regista non è affatto critico nei confronti di una generazione che ha supinamente accettato il compromesso in nome dell’”Arte” e di qualche canna; tutt’altro, si assiste quasi alla trepidante celebrazione dello sfascio e della deboscia. Il volto perennemente corrucciato, occhiaie scure e capelli spettinati di Louis Garrel (il figlio del regista), non contribuisce molto a creare empatia col personaggio, che risulta mono-tono per quasi tre ore.

Leone d’Argento per la migliore regia;
Osella per il migliore contributo tecnico a William Lubtchansky per la fotografia

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