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MUNICH

regia: Steven Spielberg
Eric Bana, Daniel Craig, Geoffrey Rush, Mathieu Kassovitz, Hanns Zischler, Ciarán Hinds (160')
anno: 2005


Paradossalmente aiutati da altri atleti occidentali, i componenti del commando di Settembre Nero, ovviamente scambiati per rappresentanti di un’altra squadra, si introducono nel villaggio olimpico di Monaco. E’ l’alba del 5 Settembre 1972, è ancora buio e non c’è abbastanza tempo né luce per capire quel che sta succedendo: il ritmo delle inquadrature si fa concitato, i volti esprimono terrore, tutti. Presto la narrazione dell’evento viene affidata alla televisione, onnipresente per tutta la durata del film, testimone, narratrice e interprete dei fatti (ma tutti i media sono compresenti, come la radio, i telefoni…): attraverso i piccoli schermi tutti, ebrei, palestinesi, occidentali seguono l’incredibile evento. Anche a metà film in una delle sequenze-chiave, ebrei e palestinesi si incontrano, casualmente e simmetricamente (due commandos rivali) e si sfiorano, confrontandosi all’insegna dei media in un singolare duello di preferenza tra stazioni radiofoniche… prima dell’ennesima strage. “Vengeance”, il titolo del libro dello scrittore canadese G.Jonas da cui lo sceneggiatore (Premio Pulitzer) Tony Kushner ha tratto, riscrivendola completamente, la trama del film, non riassume che in minima parte l’identità del “Munich” di S.Spielberg: una cronaca nuova ed aperta su prospettive profonde, che si snodano lungo una Storia (con la S maiuscola) territorio di incontro, troppo spesso doloroso, tra gli uomini, vittime e carnefici in tragica alternanza. A Gerusalemme, a Roma, a Parigi, a Londra, a Beirut, a Ginevra, a Francoforte la Vendetta del Mossad, personificata nella grande interpretazione di Eric Bana-Avner, si attua tra difficoltà ed interrogativi sempre crescenti, in un climax drammatico che sa di colpe e di espiazioni
mai risolte, fino ad “esplodere” letteralmente nella morte dell’artificere del gruppo. Le simboliche mense imbandite da Avner, cuoco provetto, fanno pensare ad antichi banchetti di offerte sacrificali o propiziatorie per l’impresa che sta per compiersi ed ogni obiettivo raggiunto assume il peso di una tappa di avvicinamento ad un termine fatale. “Vieni a spezzare il pane con me?” chiede Avner ad Ephraim (un ottimo Geoffrey Rush), coordinatore del Mossad, invitandolo a casa sua dopo avergli esternato i suoi dubbi sul fine ultimo di tanta violenza. Ma l’uomo di Stato e l’uomo “tragico” che Avner è divenuto seguiranno due traiettorie opposte e si divideranno, sullo sfondo delle ancora intatte Twin Towers.

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