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LETTERE DAL SAHARA

regia: Vittorio De Seta
Djibril Kébé, Paola Ajmone Rondo. (123’)
anno: 2006


Assane, giovane senegalese fresco di studi universitari, emigra in Italia. Naufraga a Lampedusa, fugge da un campo di prima accoglienza, scampa al rimpatrio e, in cerca di lavoro, percorre lo Stivale da Sud a Nord…
Vittorio De Seta, palermitano, classe 1923, è una figura di riferimento internazionale per il Cinema documentario e, in particolare per il documentario-inchiesta. Le radici realistiche non vengono meno in questa fiction che mantiene alcuni elementi cari alla poetica dell’autore. Soprattutto nella prima parte, dove la macchina da presa segue perennemente il protagonista e si sofferma sui primi piani e sui dettagli. Non convince del tutto, però, la tripartizione del racconto in altrettanti capitoli non dichiarati apertamente ma altrettanto decodificabili. Sembra quasi che per ognuno di essi il regista abbia optato per un diverso registro narrativo che influenza lo stile di ripresa (troppo stridente, in questo senso, il contrasto fra la sequenza del pestaggio torinese – che sembra girata tutta in digitale e rimanda ai codici televisivi – e le successive sequenze africane dai ritmi molto più dilatati). Appassionante, comunque e ben costruita la riflessione sulla perdita dell’identità religiosa che i processi di occidentalizzazione impongono agli immigrati. Molto bello il commento sonoro a cura di Mario Tronco e dell’Orchestra di Piazza Vittorio.

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