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:: Speciale a cura dei membri del CGS

"visti per voi"
Schede di film recenti redatte e curate dal CGS Marche

Vi state chiedendo quale film andare a vedere al cinema?
In questa sezione trovate le nostre opinioni e valutazioni su pellicole viste recentemente.

 

Ultima recensione:

SIMON KONIANSKI

recensione di: Fabrizio Catalani | voto: 3

regia: Micha Walda
Jonathan Zaccai, Nassim Ben Abdeloumen, Abraham Leber, Irene Herz, Judka Herpstu, Marta Domingo, Ivan Fox, Popeck (100')
anno: 2009


Il Simon Konianski del titolo è un trentacinquenne, eterno adolescente, che in seguito alla separazione dalla compagna, da cui ha avuto un figlio, torna a vivere con il padre, reduce dai lager nazisti. I due si punzecchiano di continuo, dando vita a siparietti comici, fino a quando il padre muore e Simon decide di esaudire le sue ultime volontà, ossia essere sepolto nel villaggio in cui è nato, vicino al suo primo amore.

Tutto ciò da vita ad un road movie strampalato, al cui centro oltre a Simon, troviamo i suoi zii, due simpatici e caricaturali personaggi e il figlio di cinque anni, affascinato dalle storie dei campi di concentramento del nonno.
La matrice comica del film presenta delle affinità con alcuni titoli come Train de vie, che metteva in scena l’avventura tragicomica di un gruppo di ebrei che si fingono nazisti per sfuggire allo sterminio nei campi, film che aveva riscosso un buon successo piu’ di dieci anni fa, e con il bello e ben piu’ incisivo A serious man dei fratelli Coen, sicuramente meno edulcorato di questo Simon konianski, e piu’ spassoso, se pur con una vena amara e nichilista di fondo, che non è di certo un difetto.

La pellicola in questione, secondo film del giovane belga Micha Wald, fonda il suo impianto mettendo in scena il mondo ebraico di ieri e di oggi, il confronto tra le nuove e le vecchie generazioni, il ribaltone ideologico: le vecchie generazioni, comuniste all’epoca ed ora, anche in seguito alla nascita d’Israele spostate, sicuramente, a destra sull’asse ideologico, e Simon, posizionato sull’altro versante, che critica proprio questo, pur, tuttavia, comprendendo, in parte, lungo il corso della pellicola le loro ragioni.
E’da questo confronto/scontro che scaturisce la comicità, a volte gradevole e simpatica, altre meno, ma mai veramente graffiante, al contrario di quella sfoderata dai fratelli di Minneapolis con il loro A serious man.

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