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Moroni a CupraMarittima e Ascoli per Frammenti

Tour del regista Vittorio Moroni che mercoledì 10 marzo (ore 21) sarà ad Ascoli presso il Circolo "don Mauro nel corso del tempo" e giovedì 11 marzo al Cinema Margherita di Cupra Marittima (21.15) per presentare Eva e Adamo, suo ultimo film-documentario sul tema della coppia e dell'amore in "condizioni estreme", e per discutere con il pubblico sui retroscena, le idee e il dietro le quinte di questo suo lavoro.
La serata cuprense è organizzata dal Centro Culturale “J. Maritain” di Cupra Marittima in collaborazione con Comune di Cupra Marittima e la Regione Marche. L’incontro con Moroni è il settimo appuntamento dei Frammenti dalla Biennale – Frammenti di Festival, rassegna cinematografica dedicata ai film proposti al Festival del Cinema di Venezia e ad altri festival.

La serata ascolana, anch'essa un appuntamento della locale proposta di FRAMMENTI DI FESTIVAL, è invece resa possibile anche grazie alla collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno ed al patrocinio del Comune e della Provincia di Ascoli Piceno

Entrambe le iniziative sono state programmate nell’ambito delle proposte del circuito CGS-ACEC  “Sentieri di Cinema”.(www.sentieridicinema.it)

Martedì 16 marzo, sempre a Cupra Marittima, ci sarà la proiezione de Il colore delle parole e l’incontro con Marco Simon Puccioni, regista e con il musicista Ngana.

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“Vittorio Moroni (Sondrio, 1971) è un regista e sceneggiatore italiano. Ha diretto tre lungometraggi, Tu devi essere il lupo, per cui ha avuto la nomination al David di Donatello per il miglior regista esordiente nel 2006 girato a Sondrio e a Lisbona, Le ferie di Licu girato tra Roma e il Bangladesh, per cui ha avuto la nomination ai Nastri d'argento 2007 come miglior documentario, e Eva e Adamo (2009). Come sceneggiatore ha vinto per due volte il Premio Solinas, con "Il sentiero del gatto" (1998) e "Una rivoluzione" (2002); e ha ricevuto nel 2009 la Borsa di studio per la storia "7 in condotta". Nel 2009 ha vinto il Premio di drammaturgia SIAE-AGIS-ETI con la piece teatrale "La terza vita". Tra i cortometraggi realizzati prima dell' esordio, Eccesso di zelo (1997) ha vinto premi presso numerosi festival tra cui il Sacher d'argento e il Premio Universal che ha consentito a Vittorio Moroni di effettuare un master presso gli studios della Universal Pictures a Hollywood”.
(da www.wikipedia.it)

Eva e Adamo: Erika ha 76 anni, è ricca, istruita, poliglotta. Alle spalle 2 matrimoni: con un architetto giapponese - da cui ha avuto 2 figlie - e con un egiziano. Erika non ha mai smesso di credere nell’amore e nella passione. Infatti oggi vive con Moussà, senegalese di 35 anni, conosciuto durante una vacanza e da 4 anni suo terzo marito. Deborah ha 20 anni, lo sguardo selvatico e un corpo da pin up. E' bella e lo sa. Dopo aver lavorato come barista, Deborah ha cominciato a fare spettacoli dal vivo, trasmissioni con telefonate erotiche in diretta tv e film hard. Il suo fidanzato Filippo è molto geloso, ma per molto tempo finge di non sapere del lavoro di Debora. Veronica, 35 anni, abita in un piccolo paese vicino a Reggio Emilia ed è sposata con Alberto. Quando Veronica ha conosciuto Alberto la malattia lo costringeva già su una sedia a rotelle, ed era inesorabilmente destinata a peggiorare. (www.trovacinema.it)

“L’imprevedibilità dei sentimenti, l’attrazione degli opposti, la sfida alle convenzioni sociali e alla rispettabilità borghese. Nel solco e nello stile de Le ferie di Lucu, il nuovo film di Vittorio Moroni affronta i temi citati attraverso il racconto tre relazioni amorose inconsuete ed estreme. La storia di tre coppie dove, prima sorpresa, è sempre la donna il punto di forza e il propulsore della relazione, e dove le differenze fra i partner sono macroscopiche. Nel caso del rapporto fra Erika e Moussad sono l’età, la ricchezza, la cultura, perché lei è un’ultrasettantenne milanese, ricca, istruita e poliglotta, sposata con un ragazzo senegalese, che ha meno della metà dei suoi anni. Nel caso di Veronica e Alberto, lo “scandalo” è il fatto che lei abbia sposato un uomo colpito da una rara forma di sclerosi multipla, con difficoltà di linguaggio e di deambulazione, costretto a vivere su una carrozzella, cosa che peraltro non ha impedito alla coppia di mettere al mondo due figli. Infine, nel caso di Deborah e Filippo le difficoltà del rapporto nascono dalla professione di lei, ventenne porno star, interprete di film hard e protagonista di trasmissioni televisive basate su telefonate erotiche in diretta.

Per Erika, Veronica e Deborah l’amore rappresenta, insomma, una quotidiana sfida con se stesse, con le rispettive famiglie di origine, tutte per un verso o per l’altro contrarie a quelle unioni, e con il mondo esterno. Il film di Moroni si astiene da qualsiasi giudizio etico o morale, dà voce alle protagoniste che raccontano se stesse senza falsi pudori, toccando anche problemi intimi e privatissimi. Erika riconosce a se stessa una certa follia, testimoniata anche da due precedenti matrimoni, con un architetto giapponese e con un egiziano, da cui si è separata per mancanza di intesa sessuale. Deborah confessa, pentita, di essersi rifatta le tette per motivi professionali. Veronica parla della sua fede. Sul fronte maschile il film non nasconde qualche dubbio che inevitabilmente può sorgere: Moussad, Alberto e Filippo amano realmente le loro donne o si sono abbandonati ad esse per evidenti benefici economici e assistenziali? Più che fornire risposte precise, Eva e Adamo – titolo che, ribaltando il tradizionale ordine dei nomi, suggerisce immediatamente uno scambio di ruoli fra donne e uomini – sembra voler affermare come in amore non esistano regole e come tutti dobbiamo imparare ad essere aperti, flessibili e realisti. E forse sono proprio i rapporti più stravaganti e fuori dall’ordinario quelli che resistono maggiormente al tempo, alla noia e alla routine. Sembra essere questo il messaggio affidato alle scritte conclusive che chiudono il film: «Erika sta pensando di vendere la sua casa. Intanto ha comprato un biglietto per il Senegal. Deborah ha detto al suo agente di voler ricominciare con gli spogliarelli. Ogni giorno rimanda. Veronica giura che suo figlio piccolo ha pronunciato la prima parola. Papà». […]”.

(Franco Montini – Vivilcinema)

 

 

 

 

 

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