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Marco Simon Puccioni a Cupra e Senigallia

FRAMMENTI DI FESTIVAL promuove altri due appuntamenti con l'autore, questa settimana. Al Cinema MARGHERITA di Cupra Marittima, Martedì 16 marzo alle 21:15, poi al GABBIANO di Senigallia Mercoledì 17, sempre alle 21:15.
Ospite sarà il regista Marco Simon Puccioni, e probabilmente sarà accompagnato dal musicista camerunense Teodoro Ndjock Ngana protagonista della pellicola "Il colore delle Parole", presentata all'ultimo festival di Venezia. Il film è un documentario proprio sulla figura di Ngana, mediatore culturale e poeta di origine camerunense da decenni in Italia (vedi su "leggi tutto" per ulteriori informazioni su film, regista, protagonista)Obiettivo delle proizioni e degli incontri: discutere con il pubblico di “altra informazione” e anche riguardo i temi di integrazione e multiculturalità.
La serata cuprense, ove l’incontro con Simon Puccioni e Ngana è l’ottavo appuntamento di "Frammenti dalla Biennale – Frammenti di Festival", è organizzata dal Centro Culturale “J. Maritain” di Cupra Marittima, nell’ambito delle proposte del circuito “Sentieri di Cinema” (www.sentieridicinema.it), in collaborazione con Comune di Cupra Marittima e la Regione Marche.

Marco Simon Puccioni è nato a Roma nel 1959. Per alcuni anni lavora come assistente alla regia in teatro e nel cinema. Nel 1989 si laurea in architettura e lo stesso anno, con una borsa di studio Fulbright, parte per gli Stati Uniti dove ottiene un Master in regia cinematografica alla California Institute of the Arts di Los Angeles. Di nuovo in Italia, dal 1993 al 1998 Marco Puccioni fonda una società di produzione indipendente, realizza pubblicità e collabora con le reti RAI e Mediaset dirigendo documentari e fiction per diverse trasmissioni televisive. Nel 1996, riprendendo l'impegno che unisce il cinema ai diritti umani, fonda Cinema Senza Confini e concepisce il Progetto Intolerance, film catalogo contro l'intolleranza che coinvolge oltre 50 autori del cinema italiano. Nel 2000/01 gira il suo primo lungometraggio per il cinema: Quello che Cerchi con Marcello Mozzarella, Stefania O. Garello, Antal Nagy. Nel 2004 presenta al festival di Venezia il mediometraggio Corpo Immagine con Piera Degli Esposti. Ancora nel 2004 è promotore e fondatore del RING, forum dei registi indipendenti. Nel 2006 il corto Letter#2: Berlino '89, un diario di viaggio viene presentato al MoMa di New York. Nel 2007 la trasmissione la 25ma ora dedica una settimana al lavoro di Marco S. Puccioni.

Tra le altre attività insegna scenografia all’istituto Europeo di Design e regia all’Accademia di Belle Arti di Perugia ed è tra i fondatori del gruppo di registi indipendenti di cinema Ring.

“Marco Simon Puccioni stavolta è entrato nella vita di quattro amici: il musicista e ingegnere congolese Martin Kongo; l'architetto e sindacalista camerunense Justin Mvondo; il poeta, scrittore, militante di origini camerunesi, e «dinamo» del film, Teodoro Ndjock Ngana, fondatore dell'associazione Kel'lam e il professore nigeriano di diritto internazionale Steve Emejuru. Vivono in Italia da oltre 30 anni e si battono, proprio come Jerry Maslo, per i diritti degli immigrati e per far conoscere quella parte delle loro culture che sarebbe indispensabile agli italiani, popolo che sta perdendo il contatto con radici e piaceri panmediterranei, ignora l'Africa, rimuove il suo orrido passato coloniale e di tutto questo si vanta pure. Per fortuna abbiamo a portata di mano molta ricchezza. Basta allungare le mani. Puccioni lo fa, raccontandoci, anche attraverso bellissimi super 8 d'epoca vita e opere di queste anime belle che arrivano a Roma, spediti dalle famiglie o dai governi per diventare classe dirigente di paesi da poco indipendenti. In Italia vivono l'amicizia, gli amori, la «rivoluzione», anche rock, e decidono di restare. Si sposano, comprano casa, hanno figli, amici,...ma non la cittadinanza. «Migrare», ora che siamo tutti turisti, per la maggior parte degli italiani è reato. Da ammirati «studenti simbolo dei popoli in lotta» gli africani diventano «vu cumprà», clandestini e perseguitati perfino se campioni da tifosi più scemi dei nazi. Le leggi della globalizzazione cambiano in senso sempre più repressivo: dalla Martelli alla Bossi-Fini al pacchetto sicurezza è il degrado. La distanza tra la bestia (i cittadini italiani) e la bella (i lavoratori immigrati) si allarga, diminuisce quella tra Italia e razzismo. Egualitari si resta solo nel rapporto tra tasso di profitto e di sfruttamento. Ah - dice a un tratto Teodoro: se tutti gli immigrati in Italia scioperassero, questo paese si fermerebbe. Questo paese sarebbe salvo”. (Roberto Silvestri - Il Manifesto)

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