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www.labiennale.org
Sito ufficiale della Mostra. Vi si trova il calendario e molto altro materiale di presentazione.

 

 

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Fuori dal Coro 2012

Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia, a partire da mercoledì 29 agosto fino a sabato 8 settembre, giorno delle premiazioni.


Il gruppo, inoltre, farà parte della giuria CGS per il premio LANTERNA MAGICA 2012.

 

28/08/2012 Start

Finalmente al via il primo giorno ufficiale di Mostra. Ultimi ritocchi frettolosi all’allestimento, spolverata finale al red carpet e primi fan che si accaparrano i posti dietro il muretto separatore sfidando il sole impietoso sin dalla mattinata accampati come profughi post-nucleari con improbabili ombrellini e provviste da assedio medievale. Accanto alla variopinta fauna festivaliera comincia lo struscio delle bellezze in cerca di notorietà da non confondere con le passeggiatine tattiche delle coppiette in grande spolvero in cerca di approdo sicuro fra cocktail e piccole cerimonie modaiole il cui imperativo è solo essere fashion. Ambitissimi, in questo senso, badge, cartoncini, inviti esclusivi e braccialettini di riconoscimento che schiudono le porte a pochi di mirabolanti ed esclusive location dove consumare i tempi morti o prodursi nello sport più diffuso durante ogni mostra del Cinema, ovvero, il pavoneggiamento. In mezzo a queste piccole commedie quotidiane, ci scappa pure qualche film e, dal momento che, proprio da oggi il calendario delle proiezioni entra a pieno regime, ecco pronta una prima ricognizione sulla cinquina d’ordinanza.

Si comincia con l’atteso “fuori concorso”: THE RELUCTANT FUNDAMENTALIST di Mira Nair. La regista di origine indiana, ma di educazione americana e cosmopolita, si ispira all’omonimo romanzo di Mohsin Hamid per costruire un intrigante e misurato dramma contemporaneo in bilico fra Storia, thrilling e sprazzi di spy movie. Giovane professore pakistano laureato a Princeton viene intervistato da un giornalista americano a Lahore mentre fuori dalla casa da tè infuria la protesta antiamericana degli studenti e la CIA indaga sul rapimento di un collaboratore. Per la regista di “Salaam Bombay” e “Monsoon Wedding” (Leone d’Oro) non è nuova la riflessione sull’11 settembre e sulle conseguenze in termini di rapporti umani fra persone di etnia diversa (ricordo che fu tra le prime ad aderire al progetto cinematografico collettivo sull’11 settembre). In questa pellicola che si può gustare a più livelli, si dimostra capace di giocare con lo spettatore nel gioco delle scatole cinesi, dosando sapientemente rivelazioni e colpi di scena e veicolando con grazia messaggi significativi sull’inganno dei pregiudizi ed il superamento delle apparenze. Ancora una volta, l’amore per la poesia e la musica, sembrano essere l’unico rimedio alla forza distruttiva del denaro e della logica del guadagno. Un film da tenere d’occhio.

Strappa risate di divertita partecipazione la stravagante ed eccessiva avventura di TAI CHI 0 del trentottenne regista di Hong Kong, Stephen Fung. Il film, in effetti, è il primo capitolo di una trilogia incentrata sul viaggio dell’eroe alla scoperta di sé stesso in un fantastico universo cinese dalla storia modificata. Un po’ Cinema di kung fu tradizionale, un po’ fumetto postmoderno, dove i costumi del XIX secolo si mescolano col ferro e gli ingranaggi dello stile steampunk, mentre l’inquadratura si arricchisce di marcatori ed indicatori grafici in continuo movimento (a volte esilaranti nel commento alle azioni), cartelli e didascalie da cinema muto, il tutto in un crescendo di chitarre elettriche e percussioni continue. Sullo schermo recitano e volano da ogni parte, i migliori atleti di arti marziali della scena contemporanea e delle passate stagioni (e i più strepitosi sono proprio i numeri con le vecchie glorie che se le danno di santa ragione).

Nel pomeriggio due documentari molto diversi per provenienza, tematica e fattura hanno intrattenuto parte della fauna festivaliera. Si tratta del canadese STORIES WE TELL di Sarah Polley e MEDICI CON L’AFRICA del padovano Carlo Mazzacurati. Nel primo vediamo la giovane regista intervistare i propri fratelli e sorelle ed interagire col padre per raccontare a tutti una scoperta sulla verità circa la propria nascita; nel secondo, attraverso una serie di interviste ad altrettanti medici italiani, si va alla scoperta del lavoro semisconosciuto del Collegio Universitario per Aspiranti Medici e Missionari, CUAMM). Se la prima pellicola intriga il pubblico per l’originale ed a suo modo delicata spregiudicatezza con la quale tratta l’argomento spinoso della scoperta da parte di una figlia e di un padre di una relazione extraconiugale della madre-moglie defunta, la seconda, accende gli animi del pubblico per la serietà e la compostezza formale con le quali il regista italiano racconta l’operato quotidiano di “persone straordinarie in circostanze normali” (normalità si fa per dire visto che si tratta di medici, chirurghi, infermieri, ginecologi, epidemiologi, in prima linea negli ospedali del Mozambico e delle Tanzania). Molto bella la riflessione finale sulla necessità della riscoperta della compassione come presupposto per qualsiasi azione di solidarietà ed aiuto.

Chiude la cinquina della giornata, in tono leggermente minore rispetto alle aspettative, PINOCCHIO di Enzo d’Alò. Il pur bravo autore de “La freccia azzurra” e “La gabbianella e il gatto”, porta alle “Giornate degli Autori”, l’ennesima versione cartoon della nota favola di Carlo Collodi. Se l’insieme della grafica si può valutare positivamente, così come l’appassionata collaborazione con il compianto Lucio Dalla per musiche originali e doppiaggio, non convince del tutto la maniera un poco frettolosa di procedere nella narrazione, sintetizzando passaggi fondamentali senza scavare a fondo nei personaggi e nella sottile inquietudine sottesa al racconto originale. 

E per oggi è tutto, arrivederci a domani.

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