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www.labiennale.org
Sito ufficiale della Mostra. Vi si trova il calendario e molto altro materiale di presentazione.

 

 

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Fuori dal Coro 2012

Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia, a partire da mercoledì 29 agosto fino a sabato 8 settembre, giorno delle premiazioni.


Il gruppo, inoltre, farà parte della giuria CGS per il premio LANTERNA MAGICA 2012.

 

30/08/2012 Prima della pioggia

Al secondo, vero e densissimo giorno di Mostra, la sveglia antelucana ci proietta subito in uno scenario preautunnale col cielo gravido di nubi che, per tutta la giornata hanno ricordato ai vacanzieri del Lido che la bella stagione se ne sta andando. Mentre scrivo queste righe, poi, la perturbazione da lungo annunciata s’è finalmente piazzata sopra la laguna con tutto il contorno di lampi e tuoni ed un primo scroscio di pioggia durante la “pausa cena”. Ad ogni modo, per tutta la giornata, le temperature si sono mantenute alte, con in più il consueto tasso di umidità che rende insopportabilmente penose le camminate da una sala all’altra e gli sbalzi termici fra le atmosfere “nordiche” delle Sale e quelle subtropicali della strada antistante il Palazzo del Cinema. Una manna per i pochi baretti rimasti e i rari luoghi di ristoro. Ancora poca gente si aggira tra gli spazi minimali di questa 69 edizione della Mostra che, lustrini (pochi) a parte, ogni giorno di più rivela l’allure da tempo di crisi. Per fortuna che al buio delle sale certe piccolezze non si notano e, del resto, tutta l’attenzione è concentrata sulle pellicole. Giornata fruttuosa, quella di oggi, con ben sei film visionati.
Apre le danze, il film in concorso: SUPERSTAR di Xavier Giannoli. Il quarantenne regista parigino porta al Lido la storia emblematica e grottesca di un uomo qualunque che all’improvviso ed inspiegabilmente si trasforma in un fenomeno di massa grazie a migliaia di foto postate a sua insaputa su social network. Cerca di aiutarlo (ma nasconde un doppio fine professionale), una bella giornalista. La riflessione impietosa sulla (in)civiltà dell’informazione e sull’utilizzo antietico dei media, si tinge di dramma sociale e psicologico, con qualche piccola esca che sembra suggerire un improvviso viraggio verso i sentieri della fantascienza evoluta, per poi tornare immediatamente nella più che realistica realtà degli studi televisivi, delle redazioni giornalistiche, degli inguardabili talk show. Sceneggiatura briosa, personaggi azzeccati, situazioni verosimili ed un tout ensamble che convince e strappa il sorriso amaro e l’applauso liberatorio. Ottima prova dell’attore protagonista Kad Merad sul quale spendiamo una parola d’augurio per la Coppa Volpi.
Dal dramma della non voluta sovraesposizione mediatica a quello di una ricercatissima strategia di occultamento di ogni informazione il passo è stato più breve di quanto si possa pensare, grazie al “fuori concorso”: THE ICEMAN di Ariel Vromen. Il trentanovenne regista israeliano si ispira ai fatti reali già oggetto del romanzo “The Iceman: The True Story of a Cold Blooded Killer”, incentrato sulla figura di Richard Kuklinski, spietato killer a pagamento (con più i 100 omicidi ipotizzati ed oltre 250 presunti), ma anche padre amorevole, nonché premurosissimo marito. Michael Shannon dà corpo e voce al personaggio principale restituendo una figura che non si scorda facilmente. Buona la gestione della suspance nonché la ricostruzione storica di ambienti e costumi a cavallo fra la prima metà degli anni ’50 e la metà degli ’80.
Oggi si è aperta anche la competizione collaterale della 27° Settimana internazionale della Critica, con il film Evento speciale: WATER, 7 capitoli a firma di Mohammad Bakri (Lacrime); Ahmad Bargouthi (La piscina di Karim); Mohammad Fuad (Il venditore d’acqua); Tal Haring (Ora e per sempre); Yona Rozenkier (Raz e Radja); Maya Sarfaty e Nir Sa’ar (Acque tranquille); Pini Tavger (gocce). Più che un collage di cortometraggi il film si apprezza come caleidoscopica riflessione sul bene-acqua declinato nelle sue molteplici sfaccettature e metafore nello scacchiere sociale israelo-palestinese. Qualche eccessiva lungaggine in alcuni dei prodotti, nonché l’orario proibitivo della proiezione, non hanno aiutato il pubblico ad apprezzare pienamente il prodotto, tuttavia, il film è da memorizzare in vista di una sua futura riutilizzazione qualn ora dovesse trovare una distribuzione in Italia.
Nella sezione Orizzonti, è da valutare con un certo interesse il film di Ivano De Matteo, GLI EQUILIBRISTI. Il tema è quello della crisi familiare declinato dal poco usato punto di vista maschile, con un personaggio che sprofonda a poco a poco negli inferi di una regressione sociale allorquando si mette nel cammino della separazione. “Il divorzio è per ricchi”, sembra essere, in sintesi la tesi del film (citata da un personaggio marginale). Purtroppo l’opera perde parte del suo mordente perché eccessivamente dilatata, così come totalmente spostata su un unico punto di vista. L’unico personaggio che sembra avere in sé una scintilla di comprensione e redenzione è rappresentato dalla giovane figlia, che assume, quindi, una valenza salvifica.
Sempre, nel pomeriggio, ci ha incuriosito positivamente il cortometraggio di Pasquale Scimeca, CONVITTO FALCONE, tratto dal racconto di Giuseppe Cadili: “La mia partita”. Il piccolo Antonio giunge a Palermo, al Convitto Falcone, dal paesello sulle Madonie. Dopo un primo drammatico approccio con l’atmosfera scolastica ed il gruppo dei compagni, grazie anche alla costanza degli insegnanti ed all’esempio di chi ha spesola propria vita per veicolare i valori dell’etica e della giustizia, riuscirà a diventare un ragazzo maturo. Ancora una volta, il regista siciliano (Placido Rizzotto; La Passione di Giosué l’Ebreo; Rosso Malpelo; I Malavoglia), si dimostra narratore attento ed appassionato, capace di gestire al meglio risorse umane e tecnologiche asservendole ad una narrazione significativa e propositiva.
Chiude l’intensa giornata, WADJDA di Haifaa Al Mansour, prima donna cineasta dell’Arabia Saudita. Wadjda è una ragazzina intraprendente e ribelle di un sobborgo di Riyadh. Poco sopporta il velo e le altre imposizioni della tradizione e, noncurante dei rimproveri delle donne adulte, gioca in strada con un coetaneo e sogna di andare in bicicletta. Dosando sapientemente ironia garbata e critica del costume, la regista saudita costruisce un racconto godibile, ottimamente fotografato, che stimola la fantasia ed accende la riflessione nello spettatore provocandolo continuamente con piccole esche e dettagli che rivelano molto più di quanto la narrazione espliciti. Brava la piccola protagonista Reem Abdullah ed anche tutto il resto del cast quasi esclusivamente femminile.
Ed anche per oggi è tutto, a domani con le prossime visioni.
Buona notte

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