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Fuori dal Coro 2014

Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia.

 

28/08/2014 Secondo giorno di Mostra

Secondo giorno da Venezia 71. Sveglia autunnale e vento da nord spazzano i festivalieri mattinieri. Ci si rifugia in sala per le prime proiezioni intabarrati alla meglio con sciarpe estive e strati di cotone (che poi durante il giorno si sfoglieranno ad uno ad uno per andare ad ingrossare le già infarcite bags d’ordinanza. Ma vediamo, in sintesi, le schede relative ai film della giornata.

In Concorso
LA RANÇON DE LA GLOIRE di Xavier Beauvois (Francia, Belgio, Svizzera, 114')
Con: Benoît Poelvoorde, Roschdy Zem, Séli Gmach, Chiara Mastroianni, Nadine Labaki.

Il racconto si ispira alle vicende reali relative al furto della salma di Charlie Chaplin all’indomani della sua scomparsa, ad opera di due immigrati in Svizzera nel 1977. Il regista francese, classe 1967, già presente a Venezia nel 2000 con “Selon Matthieu” e nel 2005 con “Le petit lieutenant”, costruisce un racconto delicato ed ispirato che rifugge dalla semplice ricostruzione per virare verso la commedia agrodolce grazie alle superbe e accorate interpretazioni di Benoît Poelvoorde e Roschdy Zem. L’inconsueta ed inizialmente straniante colonna sonora, eccessiva e tonitruante si rivela via via parte di un gioco sottile che mira trasportare la poetica creativa del grande Chaplin nella vita reale. Malgrado qualche discontinuità nel ritmo del racconto (la seconda parte del film sembra decollare decisamente rispetto alla prima) il film si scopre a poco a poco come prodotto studiato con passione. Da tenere in considerazione per future programmazioni.

In Concorso
GHESSEHA (TALES) di Rakhshan Banietemad (Iran, 88')
Con: Fatemeh Motamedaria, Peiman Moadi, Baran Kosari, Farhad Aslani, Mohammadreza Forootan, Golab Adineh, Mehdi Hashemi, Atefeh Razavi, Habib Rezaei, Hassan Majooni, Mehraveh Sharifinia, Shahrokh Forootanian, Rima Raminfar, Babak Hamidian, Negar Javaherian

Uno spaccato coraggioso e fedele della società iraniana contemporanea e delle sue problematiche recenti, come i movimenti di protesta degli studenti e dei lavoratori, la tracotanza della classe dirigente, la diffusione della droga e l’eterna sudditanza della donna. Rakhshan Banietemad recupera alcuni personaggi di sue opere precedenti (soprattutto femminili), e costruisce un racconto corale che, nello stile tipico del cinema mediorientale, pur rimanendo nel registro discreto, urla tutta la sua indignazione e la sua protesta. Molto intrigante la galleria di personaggi che l’autore mette in scena scegliendo la prevalenza del primo piano, restituendo al meglio l’intensità delle prove attoriali.

Sezione Orizzonti
REALITY di Quentin Dupieux (Francia, Belgio, 90')
Con: Alain Chabat, Jonathan Lambert, Elodie Bouchez, Kyla Kenedy

Un cameraman con velleità da regista sogna di realizzare il suo primo film horror. Trova un produttore disposto a finanziare la bislacca sceneggiatura ancora in fase embrionale, ma questi pone una condizione assoluta e un certo rispetto dei tempi. Mentre le ore passano, il cameraman sprofonda in un incubo incomprensibile. Un film su un film che parla di un film… decisamente la contrapposizione e compenetrazione fra realtà e finzione sembra essere un filo rosso che lega i prodotti di questi primi giorni. Tuttavia la pellicola di Quentin Dupieux (già due volte ospite a Locarno con “Rubber” nel 2010 e “Wrong”, nel 2012 e più noto al mondo come DJ con lo pseudonimo di Mr. Oizo), sembra pagare pegno per una sceneggiatura intricata e volutamente irrisolta nella quale il gioco delle scatole cinesi finisce per stranire lo spettatore. Peccato, perché furbescamente il film gioca le sue carte migliori nel nascondere e mascherare intelligenti citazioni dal patrimonio horror, qui declinate in chiave sorniona.

Sezione Orizzonti
LA VITA OSCENA di Renato De Maria (Italia, 85')
Con: Isabella Ferrari, Clément Métayer, Roberto De Francesco

Andrea è un adolescente sensibile e portato alla poesia. Quando perde entrambi i genitori, rimasto completamente solo, si abbandona al dolore e all’autodistruzione malgrado l’intercessione di un noto poeta che gli trova un posto in un patronato scolastico a Milano. Invece di studiare il ragazzo si chiude in camera con le sue ossessioni: droga e pornografia. Dal romanzo autobiografico di Aldo Nove (qui cosceneggiatore con lo stesso De Maria), il regista di: “Hotel Paura”, “Paz!”; “La prima linea” e diverse, fortunate, serie televisive, trae uno psichedelico racconto di maturazione tutto giocato sulla mimica del bravo Clément Métayer, che, praticamente, da solo, regge gli 85’ di proiezione (i dialoghi sono ridotti al minimo e la narrazione procede attraverso una voce off). La curata fotografia di Daniele Ciprì asseconda l’eccesso estetizzante che risulta essere la cifra di questo prodotto che, però sembra totalmente schierato su un unico punto di vista. E il pubblico se n’è accorto…

Settimana internazionale della Critica
MELBOURNE di Nima Jaidi (Iran 93’)
Con: Payman Maadi, Negar Javaherian, Mani Haghighi, Shirin Yazdanbakhsh, Elham Korda

Scorrono i titoli di testa sui dettagli di indumenti pronti per entrare in valigia appiattiti nelle buste trasparenti del sottovuoto. Poi la narrazione si apre con una ragazza che prepara grossi moduli per il censimento di Teheran e sale la scalinata di un condominio, ma si scontra con un’inquilina che fa volare le schede, scompaginandole il lavoro… E’ l’esca della storia narrata in “Melbourne”, in cui il giovane regista iraniano N. Javidi, “allievo” di A. Fahradi (“Una separazione”, “Il passato”), mette in scena l’irruzione dell’imprevisto nell’appartamento di una coppia in partenza per Melbourne. La baby sitter dei vicini, infatti, ha lasciato loro un neonato addormentato, solo per poco tempo, ma l’avere acconsentito comporterà l’assunzione di responsabilità tanto impreviste da rendere sempre più difficile la scelta della semplice verità. Il tutto in un crescendo di tensione che fa di questo film anche un thriller. La regia si rivela sapiente nel girare la storia in un interno, mettendo a frutto l’intensità dell’interpretazione degli attori per far sentire allo spettatore la tensione generata dalla difficile dinamica che si innesca tra verità, responsabilità e libertà… Un racconto metaforico sull’Iran contemporaneo, tanto presente quest’anno a Venezia 71.

Sezione Biennale College Cinema
H di Rania Attieh, Daniel Garcia (… 93’)
Con: Robin Bartlett, Rebecca Dayan, Will Janowitz, Julian Gamble, Roger Robinson

Nella fittizia cittadina di Troy, nello stato di New York, due donne di nome Helen, di età e background diversi, cercano di far fronte alle problematiche delle loro vite, intensificate dagli strani fenomeni che si susseguono a causa del passaggio di una cometa. Inserito nella sezione “Venezia College”, nata allo scopo di incoraggiare l'espressione dei giovani talenti, il film segue un ritmo prevalentemente di quadro, scandito da una divisione in quattro atti e da inquadrature nette e lunghe. Grazie alla narrazione lineare e classica viene progressivamente alla luce la complementarietà delle vite, all'apparenza incompatibili, delle protagoniste. Intriganti i continui rimandi agli elementi tipici della drammaturgia classica, sottolineati dalle due citazioni di inizio e fine film.

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