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Fuori dal Coro 2014

Anche quest'anno gli operatori del circuito "Sentieri di Cinema" presenti in laguna racconteranno su queste "pagine" il proprio punto di vista sulla Mostra del Cinema di Venezia.

 

02/09/2014 Settimo giorno

In Concorso
EN DUVA SATT PÅ EN GREN OCH FUNDERADE PÅ TILLVARON (A PIGEON SAT ON A BRANCH REFLECTING ON EXISTENCE) di Roy Andersson
(Svezia, Germania, Norvegia, Francia, 101')
Con Holger Andersson, Nisse Vestblom

Ispirata black comedy sospesa tra il registro surreale e quello grottesco, “A pigeon sat on a branch reflecting on existence” conclude una trilogia di cui fanno parte anche “Song from the second floor” (2000) e “You, the living”.
Fanno da filo conduttore, i tentativi di due maldestri rappresentanti di vendere denti da vampiro finti ed altri scherzi.
Lo sguardo è straniato, sottolineato da una fotografia di quadri fissi spesso alterati da ottiche grandangolari, assimilato a quello di “un piccione seduto su un ramo” che osserva l’esistenza umana. La riflessione che ne scaturisce è impietosa. Un film da vedere perché qui la comicità ha la C maiuscola.

Fuori Concorso
NYMPHOMANIAC VOLUME II (LONG VERSION) DIRECTOR’S CUT di Lars Von Trier
(Danimarca, Germania, Francia, Belgio, 180')
Con Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård Stacy Martin, Shia LaBeouf, Jamie Bell, Willem Dafoe, Mia Goth

Nel secondo episodio della lunghissima confessione laica della protagonista Joe - Gainsbourg a Seligman – Skarsgård, Lars Von Trier non ci risparmia quasi nulla. Il confronto tra i due si fa sempre più serrato: l’uomo cerca di assolvere la donna, che rivendica la propria abiezione snocciolando un percorso di perversioni che la porta sempre oltre, sospesa tra dipendenza e affermazione di una natura personale “malvagia”.
Il racconto di “formazione” va di pari passo con l’evoluzione del personaggio narrante… e anche le modalità di ripresa divengno più asciutte ed essenziali. Il racconto tiene per tutti i 180 minuti e “comunica” con le opere precedenti dello stesso autore (“Melancholia” e “Anticrist”) con cui fa trilogia.
Malgrado ciò ci convince meno, perché gioca ad affermare e negare allo stesso tempo tutte le tesi cui pare approdare. Alla fine resta un magma di sesso, violenza, ipotesi misticheggianti non sviluppate, grida di libertà e urla disperate.

Giornate degli Autori
I NOSTRI RAGAZZI di Ivano De Matteo
(Italia, 2014)
Alessandro Gassmann, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio, Barbora Bobulova

Due fratelli (uno medico - Lo Cascio, l’altro avvocato - Gassman), e le rispettive mogli (Mezzogiorno e Bobulova), in seguito ad un episodio di razzismo, scoprono che i propri figli adolescenti sono molto diversi dall’immagine rassicurante che si erano costruiti… è questa la scintilla intorno a cui esplodono i conflitti familiari.
De Matteo, che nel 2012 aveva già portato al Lido “Gli equilibristi”, torna sui temi della famiglia e del rapporto con i figli: i nodi ci sono tutti, ma poco si intravede delle cause né delle soluzioni. Interessante la gestione dello spazio, a volte deformato, altre claustrofobico, con inquadrature alternate a primi piani insistiti sulla crisi dei personaggi.

Orizzonti
NEAR DEATH EXPERIENCE di Benoît Delépine, Gustave Kervern
(Francia, 87')
con Michel Houellebecq

Un aspirante suicida si allontana dalla famiglia con una scusa e inizia una lunga camminata in montagna alla ricerca del coraggio per compiere l’atto fatale.
I due registi, Benoît Delépine e Gustave Kervern di retroterra punk, portano al Lido un film con un solo personaggio, cui l’attore Houellebecq, dona una fisicità quasi devastata. A quasi tutti gli altri (tranne uno che compare per pochi minuti) sono dedicate inquadrature parziali, senza primi piani.
Mentre, attraverso il sonoro, ascoltiamo le riflessioni in prima persona del protagonista sull’esistenza, la sua immagine appare spesso decentrata in uno spazio naturale che diviene una sorta di interlocutore “visivo”. Prevale il senso del vuoto, di impotenza e l’incapacità di definire uno spazio di significato: uno straziante richiamo “de profundis”.

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