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Fuori dal Coro 2015

Il laboratorio cinema Venezia quest'anno coinvolge molti giovani operatori (tra i 18 e i 23 anni) del circuito Sentieri di Cinema, al lido dal 2 al 12 settembre per documentare la 72.ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

 

09/09/2015 Ottavo giorno

Venezia 72
 
SANGUE DEL MIO SANGUE di Marco Bellocchio - Italia, Francia, Svizzera, 106'
 
Con Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Lydiya Liberman, Fausto Russo Alesi, Alba Rohrwacher, Federica Fracassi, Filippo Timi
 
Sullo sfondo della città di Bobbio si alternano sullo schermo due storie ambientate in epoche diverse. Nel XVII secolo un uomo d’armi assiste ad un processo per stregoneria contro l’amante di suo fratello accusata di averlo indotto al suicidio: se la donna sarà giudicata colpevole lo sventurato potrà ottenere cristiana sepoltura. Al giorno d’oggi il convento ove si svolgeva il processo è ormai fatiscente e apparentemente abbandonato; in realtà vi abita uno strano “conte” che ha soggiogato gran parte degli abitanti del paese… Se il primo episodio è quasi “boccaccesco” con personaggi intriganti e un plot avvolgente, più debole appare la seconda parte in cui prevale uno stile macchiettistico. Il tono delle due parti è anch’esso diverso, dimostrando i limiti della genesi dell’operazione, nata dallo sviluppo di un corto preesistente. Ne soffre l’unitarietà dell’opera, che appare discontinua, anche se illuminata dalla bellissima fotografia del grande Daniele Ciprì e da non pochi momenti di buona regia. Non sempre convincenti gli attori.
 

Venezia 72
 
ABLUKA (FRENZY) di Emin Alper - Turchia, Francia, Qatar, 114'
 
Con Mehmet Özgür, Berkay Ates
 
Prodotto interessante quello del regista turco, che ci sorprende riconducendo ai temi della paranoia un thriller politico. Kadir, in seguito a un patto con i Servizi Segreti turchi, esce di prigione e cerca di ristabilire un contatto con suo fratello Ahmet. La reticenza di quest’ultimo, unita all’indagine che il protagonista deve svolgere riguardo le possibili attività terroristiche degli abitanti del loro quartiere, porterà ad una serie di tragici eventi, al limite tra reale ed onirico. Il crescente clima di tensione e sospetto è reso sapientemente attraverso una colonna sonora dissonante ed invadente, che si adatta perfettamente alla fotografia dai toni prevalentemente scuri e claustrofobici. Altro fattore disturbante è la narrazione non lineare, fatta di salti temporali che spesso ripercorrono le stesse circostanze più volte, da più punti di vista, fino a generare nello spettatore quel senso di smarrimento che caratterizza la follia.
 

Venezia 72
 
11 MINUT (11 MINUTES) di Jerzy Skolimowski - Polonia, Irlanda, 81'
 
Con Richard Dormer, Paulina Chapko, Wojciech Mecwaldowski, Dawid Ogrodnik, Andrzej Chyra
 
Gli stessi undici minuti nella vita di una decina di personaggi narrati con stile incalzante. Storie diverse: balorde, disperate, indifferenti, segnate da un compito socialmente utile oppure alla ricerca di un riscatto. Procedono tangenziali l’una all’altra, apparentemente senza nessi, sfidando lo spettatore a dipanare un labirinto di azioni alla ricerca di un senso, mentre la tensione aumenta soprattutto grazie a rumori e suoni. Alcuni marcatori sonori (il boato di un aereo tra tutti) permettono di definire la contemporaneità delle azioni e di riproporre più volte lo stesso frammento temporale nella vita di ciascun personaggio. Ma c’è uno sguardo dall’alto, dei segni nel cielo, un pixel di realtà nascosta, un personaggio avvolto nel mistero, un Destino che sceglie e orienta gli eventi verso un epilogo drammatico e spettacolare. Il 77enne maestro polacco autore di “Le depart” (1967), “The shout” (1978) … ci sorprende con un’opera che con estrema attualità di linguaggio allude a tematiche profonde.
 

Fuori Concorso
 
L'ESERCITO PIÙ PICCOLO DEL MONDO di Gianfranco Pannone - Città del Vaticano, Italia, Svizzera, 80'
 
Quello che il regista propone in questo docufilm è uno sguardo umano quanto limpido su un mondo poco conosciuto come quello della Guardia Svizzera. Comunemente considerati poco più che presenze tradizionali e simboliche, questi soldati sono in realtà tipici ragazzi poco più che ventenni, che più volte si chiedono cosa significhi indossare non una semplice divisa, ma l’Istituzione che essa rappresenta, nonché i cinquecento e passa anni di storia che questa ha caratterizzato; infatti il documentario insiste particolarmente su scene di vestizione, che sottolineano la costante riflessione dei soldati sull’apparente dicotomia estetica/tradizione. I turni di guardia servono come pretesto per mostrare lo sguardo dei ragazzi sul patrimonio artistico di San Pietro, attraverso il quale si ripercorrono visivamente i momenti salienti della storia della cristianità. Da vedere.
 
 
 
Orizzonti
 
MATE-ME POR FAVOR di Anita Rocha da Silveira - Brasile, Argentina, 101'
 
Con Valentina Herszage, Mari Oliveira, Júlia Roliz, Dora Freind, Bernardo Marinho, Vitor Mayer
 
Bia è una quindicenne di Barra de Tijuca, quartiere benestante di Rio de Janeiro, una ragazza come tante alle prese con la scoperta della propria sessualità. La sua vita e quella dei suoi coetanei viene sconvolta dalla notizia di un killer di ragazzine a piede libero. Bia, con sua sorpresa, si scopre nel contempo spaventata ma anche affascina dalla novità: la protagonista potrebbe essere vittima (come alluso dal titolo) ma anche carnefice. La giovane regista, all’esordio con un lungometraggio, pone l’attenzione dello spettatore sul principale problema degli adolescenti: la totale assenza di figure di riferimento. Lo fa proponendo un cast di soli teenager, nessun adulto compare infatti nella pellicola. I ragazzi si ritrovano a vagare per la città come zombie senza alcun controllo, nella noia della quotidianità. Opera interessante che brilla per l’originalità della scelte stilistiche e che potrebbe forse essere per Anita Rocha da Silveira l’inizio di una luminosa carriera.

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