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IRINA PALM

regia: Sam Garbarski
Marianne Faithfull (Maggie/Irina Palm); Miki Manojlovic (Miki); Kevin Bishop (Tom); Siobhán Hewlett (Sarah); Corey Burke (Olly); Dorka Gryllus (Luisa); Jenny Agutter (Jane)
anno: 2007


 


Trama:


Maggie, una vedova quasi cinquantenne londinese, ha molto bisogno di soldi: il suo nipotino Olly è gravemente malato e deve essere sottoposto con urgenza a cure molto costose in Australia, ma né Maggie né suo figlio Tom hanno abbastanza denaro per permettersi il viaggio ed il soggiorno in Australia. Nessuno è disposto a dare lavoro ad una donna della sua età, così Maggie, disperata, si presenta al 'Sexy World', un sexy shop di Soho, il cui proprietario è in cerca di un'intrattenitrice per il suo locale. L'uomo, all’inizio imbarazzato e poco propenso a darle il lavoro, decide di offrirle una possibilità e Maggie diventa così l'affascinante Irina Palm...



IN CONCORSO AL 57MO FESTIVAL DI BERLINO (2007).



Critica:


"Nel film belga 'Irina Palm' di Sam Garbarsi, la pillola del dramma è rivestito da pareti umoristiche che fanno slittare la storia nella gola di una commedia raffinata e divertente. Dalle parti di un 'Full Monty', così, giusto per intenderci a livello di cartello stradale. (...) Tutto, quindi, sul filo di un equilibrio instabile che gira valvole sessuali, lasciandole sfiatare di fronte a imbarazzi e timidezze senili. In altre parole, la traccia di una tragicommedia romantica che, incarnandosi nella compostezza impacciata e al tempo stesso domesticamente british di una Marianne Faithfull in stato di grazia, cerca nel più marcato dei dislivelli ambientali la divaricazione di una 'doppia vita' altrimenti improbabile."(Lorenzo Buccella, 'L'Unità', 14 febbraio 2007)



"Risate, applausi, entusiasmo. Al FilmFest è scoppiato il primo caso. Si intitola 'Irina Palm', lo firma il belga Sam Garbarski mentre lo interpreta la grande Marianne Faithfull, che indossa con intrepida disinvoltura il ruolo impossibile di Maggie. (...) Già comprato dalla Teodora di Vieri Razzini, 'Irina Palm' è così politicamente scorretto che è girato, musicato, fotografato come un dramma, senza sconti sui particolari angosciosi, ma si sviluppa in chiave comico-grottesca (impagabile Miki Manojlovic, magnaccia ironico). Una miscela esplosiva. Ma se c'è un festival dove potrebbero premiarlo, quello è Berlino." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 14 febbraio 2007)

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