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IO NON SONO QUI

regia: Todd Haynes
Christian Bale (Bob Dylan/John/Jack); Cate Blanchett (Bob Dylan/Jude); Marcus Carl Franklin (Bob Dylan/Woody); Richard Gere (Bob Dylan/Billy); Heath Ledger (Bob Dylan); Ben Whishaw (Bob Dylan/Arthur); Julianne Moore (Alice); Michelle Williams (Coco Rivington); David Cross (Allen Ginsberg)
anno: 2007


 


La ricostruzione della vita, della musica, delle canzoni, degli amori del celebre cantante americano, dall’infanzia, all’attuale maturità artistica, attraverso le tappe fondamentali della storia recente della musica d’oltreoceano. Detto così sembrerebbe il solito, agiografico e melenso biographic movie cui una certa produzione hollywoodiana ci ha abituato in questi ultimi anni. Invece, Todd Haynes (Safe, Velvet Goldimine, Lontano dal Paradiso) spiazza tutti; cinefili e musicofili, con un’opera performativa che ha più del collage psichedelico rispetto a pellicole più rassicuranti e meno impegnative per lo spettatore.


Sull’ordito di 39 canzoni dal repertorio di Mr. Tambourine Man si intrecciano le vicende di sette personaggi di fantasia, ognuno dei quali restituisce – in frammenti a tratti poco decifrabili se non per gli esegeti – alcuni aspetti della vita e dell’evoluzione artistica del soggetto della narrazione.


Si sfiora l’indigestione sensoriale per la troppa “carne” messa sul fuoco, e forse sta proprio qui la pecca principale del film: la scelta anticommerciale ma fin troppo “ristretta” di raccontare seguendo andamenti diagonali, saltando per continue ellissi temporali e metalinguistici giochi di citazione ad uso e consumo dei soli fan.


 ·        Premio Speciale della Giuria ex aequo con Le grain et le mulet;


·        Coppa Volpi per la Miglior Interpretazione Femminile a Cate Blanchette


·        Golden Globe 2008 per la Miglior Attrice non Protagonista a Cate Blanchette


 

Critica:


"Tante facce diverse, tanti modi complementari di raccontare la stessa personalità artistica senza cadere nell'agiografia (la condizione principale messa da Dylan per concedere le sue canzoni) ma anche senza finire per forza nella logica del 'buco della serratura', da cui spiare segreti inconfessabili. Piuttosto un omaggio pieno d'amore e di citazioni non sempre facilissime da decifrare (il ragno che si proietta sulle pareti richiama Tarantola, come il romanzo scritto da Dylan; almeno un paio di immagini 'copiano' sue copertine famose,

'Freewheelin', e 'Blonde on Blonde'), illuminato da un gruppo d'attori in stato di grazia, su cui svetta una straordinaria Cate Blanchett, la cui rassomiglianza fisica con Dylan è il minore dei meriti, visto il lavoro fatto sulla voce e sui gesti e le movenze. Se non la premiano, bisognerà scendere in piazza." (Paolo Mereghetti,

'Corriere della Sera', 5 settembre 2007)



"Buoni esiti, ancora una volta, per il cinema americano, con un'operazione intelligente avviata da Todd Haynes dopo i1 successo di 'Lontano dal Paradiso' con 'Io non sono qui'. Un modo nuovo, originalissimo, di affrontare un genere spesso visitato da Hollywood, la biografia. Sei personaggi per dirci di uno solo, Bob Dylan, un'icona vivente del rock nel Novecento. Si ascoltano le sue canzoni con la sua voce o con quelle di altri ma lui non si è mai mostrato. Al suo posto, non sempre in ordine rigidamente cronologico, delle figure che, con nomi spessa immaginari, ci raccontano, dagli esordi ad oggi, i momenti salienti della sua vita. Nel '59, un ragazzino di colore che fugge clandestino su un treno, poi un tale giovanissimo Arthur che, di fronte a noi, agisce come Arthur Rimbaud," (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 5 settembre 2007)



Dalle note di regia: "Il permesso di portare sugli schermi il primo film drammatico sulla vita di Bob Dylan era un onore che mi atterriva. La decisione di avvicinare il personaggio sfruttando molteplici prospettive, in modo da accentuarne i contrasti, le contraddizioni e la complessità, mi ha fatto sentire in grado di poterlo rappresentare fedelmente. Mi sembrava inoltre l'unico modo per accedere all'originale pazzia della sua musica. Tutti e sette i personaggi principali si ispirano a una differente fase della vita e dell'odissea musicale di Bob Dylan. Tuttavia ciascun personaggio ha la propria vita e lotta per una sorta di libertà, la chiave di volta della quale va ricercata nella storia di un altro personaggio. Ricevendo l'imbeccata dalle canzoni di Dylan, le storie - che confluiscono una nell'altra - creano un dialogo fra passato e presente, fra genio e razionalità, fra l'America contemporanea e il suo leggendario passato. Come Dylan stesso dichiarò in merito al proprio lavoro: 'Ti trovi con ieri oggi e domani nello stesso spazio e non puoi sapere cosa succederà."

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