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SOLO UN PADRE

regia: Luca Lucini
Claudia Pandolfi, Luca Argentero, Diane Fleri, Fabio Troiano, Sara D'amario, Alessandro Sanpaoli, Anna Foglietta, Gianni Bisacca, Elisabetta De Palo (93')
anno: 2008


da filmup.com

La vita di Carlo (Luca Argentero), dermatologo trentenne, è governata da una movimentata ma serena routine. Il lavoro nel suo studio, le corse al parco, le serate con gli amici di sempre. E, ogni sera, il ritorno a casa, dove lo aspetta la piccola Sofia. Carlo, infatti, è un ragazzo padre e Sofia, dieci mesi e la capacità di assorbire tutte le sue energie fisiche e mentali, la sua unica, vera passione. Nel mondo di Carlo, padre premuroso quanto inesperto, non sembra davvero esserci spazio per altro. Di certo non per gli improbabili appuntamenti che organizzano i suoi amici ansiosi di trovargli una compagna. La sua vita va già benissimo così, Carlo ne è certo. Certezze destinate a vacillare il giorno in cui Carlo incontra la fragile ma entusiasta Camille (Diane Fleri) per caso nel parco...

Attorno al protagonista ruota un mondo fatto di amici e parenti, di personaggi ben delineati che cercano di aiutare Carlo, di consigliarlo sia direttamente che indirettamente, a volte con esiti che conducono alla riflessione a volte con situazioni al limite del farsesco. In effetti Solo un padre è anche una commedia, aspetto che impedisce a questo lavoro di Luca Lucini di andare nel patetico, tanto caro all'italica decima musa, e riesce a ben temperare lacrima e sorriso, quasi come nella vita. Buono il cast, che interpreta le parti assegnate in maniera sincera e senza sbavature nella rappresentazione di una borghesia torinese un po' perbenista e autoreferenziale, come le borghesie di ogni latitudine del mondo alla fin fine. Notevole dal punto di vista drammaturgico la scena del primo compleanno di Sofia, durante la quale Carlo porta la torta augurale tra gli udibili bisbigli degli ospiti, che non risparmiano di nulla il pover'uomo.

Un film quindi onesto e rinfrescante, non necessariamente buonista (ben poco viene risparmiato al protagonista), fatto di piccole emozioni e lontano dallo stile deprecabilmente urlato di tanto cinema di genere delle nostre parti.

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