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SERAPHINE

regia: Martin Provost
Yolande Moreau, Ulrich Tukur, Anne Bennent, Genevieve Mnich, Nico Rogner, Adelaide Leroux, Serge Lariviere, Francoise Lebrun (125')
anno: 2008


La storia è quella di Séraphine Louis (oggi nota a tutti come Seraphine De Senlis, antisignana dei dipinti Naif), nata in Francia nel 1864, donna umilissima, semplice, apparentemente dagli incerti equilibri psichici, che passa la giornata tra mille lavori: serva, lavandaia poi in bottega dal macellaio... tutto per mantenere la sua passione per la pittura. Una passione coltivata sacrificando le ore del sonno, che si nutre di una profonda spiritualità. Nei mesi che precedono l'inizio del primo conflitto mondiale il critico Wilhelm Uhde, durante un soggiorno a Senlis, se la trova accanto come serva...

La scoperta di un talento inatteso va di pari passo con quella del singolare approccio della donna alla pittura, raccontato come un'ascesi mistica verso Dio attraverso i colori e le forme. E' così che nel film i colori della realtà risultano desaturati e freddi rispetto a quelli delle opere di Seraphine, presentate spesso attraverso la luce di candele, quasi svelate in una sorta di rivelazione dello spirito. Singolare l'analogia tra la penombra delle chiese e quella in cui viene immerso il lavoro della pittrice: a suggellare il parallelismo tra dipingere e pregare (del resto umoristicamente richiamato dal salmodiare canti in latino con cui Seraphine accompagna il proprio lavoro con i colori). Colori che nascono dalla terra e dalla natura, una natura continuamente "abbracciata" nel percorso ascetico della donna... fino ad un singolare martirio.

Di particolare intensità la scena in cui la donna presenta in successione i suoi quadri allo sguardo incredulo del critico tedesco: le inquadrature procedono attraverso lente panoramiche sulle tele fino ad arrivare al volto di Seraphine, a suggerire che le opere non possono essere disgiunte dal volto della donna, di cui costituiscono una sorta di complemento.

Nell'epoca del modernismo, uno sguardo carico di spiritualità, sancito visivamente dalle tante linee verticali che figurativamente compongono la narrazione: gli alberi, i campanili (spesso evocati anche sul piano sonoro), le reiterate salite verso la camera di Seraphine...

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