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11 settembre 2001

regia: Youssef Chahaine, Amos Gitai, Shohei Imamura, Clau
vari attori non professionisti. (135’)
anno: 2002


Evento speciale all’ultima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, 11 Settembre 2001 rappresenta l’ultima frontiera del Cinema collettivo di portata mondiale: 11 registi di origini e culture diverse per altrettanti “punti di vista” (ognuno della durata massima di 11 minuti, 9 secondi e un frame), su quanto accaduto a New York un anno e mezzo fa. Preceduto dagli strali del New York Times, che alla vigilia della proiezione lagunare denunciava posizioni antiamericane e scarsa sensibilità nei confronti delle vittime dell’atroce attentato, il film è stato accolto dal pubblico festivaliero con molti applausi e pochi fischi, scatenando così reazioni diverse che poco avevano della critica e molto di stampo politico. Ma se, per una volta, ci si fermasse a giudicare le immagini – le uniche vere “parole” del linguaggio cinematografico – ci si accorgerebbe che l’idea del produttore francese Alain Brigand, al di là di una vincente trovata commerciale, ha permesso la realizzazione di 11 piccole gemme, ognuna delle quali splende, in maniera diversa e personale, per colore, taglio, brillantezza, caratura. E se la morale finale mette tutti d’accordo sul fatto che “non esistono guerre sante”, stupisce la ricchezza di riflessioni sociali, collegamenti storici, metafore esistenziali, anche posizioni critiche, scaturite e denunciate a partire dal supremo atto di inciviltà perpetrato. Da segnalare gli episodi di Claude Lelouche, Ken Loach, Amos Gitai, Shohei Imamura.

Prix CICT-UNESCO
Premio aggiuntivo FIPRESCI per il Miglior Documentario a Ken Loach

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