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LA GUIDA – THE TRACKER

regia: Rolf De Heer
David Gulpilil, Gary Sweet, Damon Gameau, Grant Page, Noel Wilton. (95’)
anno: 2002


Quattro uomini, tre bianchi e un aborigeno, all’inseguimento di un fuggitivo, braccato dalla Legge, nell’outback australiano degli anni Venti. Olandese, classe 1951, ma naturalizzato australiano, Rolf De Heer ha al suo attivo ben dieci lungometraggi (fra cui i celebrati Balla la mia canzone e Bad Boy Bubby), e si offre al pubblico e alla critica come uno fra i più prolifici registi degli ultimi vent’anni. Con La Guida si ripropone di far breccia in un solido muro di omertà storica costruito sapientemente dalle autorità australiane per tacere e rinnegare un passato, neanche tanto lontano, intessuto di razzismo, violenze, soprusi a danno delle popolazioni autoctone. Confessa lo stesso regista che ci sono voluti ben dieci anni perché la sceneggiatura del film fosse “sdoganata” e finalmente commissionata dall’Adelaide Festival of Arts. La costruzione, da un punto di vista prettamente stilistico, rimanda al genere western in formato cinemascope; ma qui la narrazione si arricchisce di simboli e metafore quasi a costruire una sorta di tragica fabula in cui caratteri e personaggi sono ben distinguibili nei ruoli attanziali di eroe, antagonista, oppositore, adiuvante. Gli stessi personaggi non hanno bisogno di un nome proprio ma si identificano con le proprie caratteristiche: la Guida, il Fanatico, il Segugio, il Veterano, il Fuggitivo. Il tutto reso in una cornice sontuosa e accattivante che predilige pochi movimenti della macchina da presa e frequenti panoramiche in campo lungo e lunghissimo, quasi a voler rendere protagonista e testimone della vicenda la stessa terra d’Australia. Pur trattando una materia sicuramente incandescente, De Heer, prende le distanze da un facile approccio emotivo e “congela” scene di violenza e massacri nell’immobilità naїf dei quadri a olio di Peter Coad, mentre la vicenda si dipana come un ritornello inframezzato dalle strofe delle ballate blues di Graham Tardif, su testi dello stesso De Heer, interpretati da Archie Roach.

Gran Premio SIGNIS – Menzione Speciale (ex aequo)

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