> Home > Chi siamo > Rassegne > Contatti

 

 

:: in evidenza

::> |

KILL BILL: Volume 1

regia: Quentin Tarantino
Uma Thurman, David Carradine, Daryl Hannan, Michael Madse, Vivica A. Fox, Lucy Liu, Maichael Jai White, Chia Hui Liu, Chiaki Kuriyama, Sonny Chiba.
anno: 2003 - USA, 111'


Vi ricordate il misterioso Charlie e i suoi tre affascinanti "Angeli" al servizio della giustizia...? Beh, scordateli! Adesso c'è Bill a capo di una super squadra di quattro assassine professioniste che celano la loro identità dietro i nomi dei più mortali serpenti velenosi...
Una di queste, Black Mamba (Uma Thurman), viene apparentemente "uccisa" dalle colleghe e dal capo, il giorno del suo matrimonio (in grembo porta la figlia di Bill - David Carradine). Quando dopo quattro anni di coma si risveglia è decisa a vendicarsi di tutti. Inizia la caccia, il massacro... E affetta, e trincia e... sbudella!!!
Quentin Tarantino (LE IENE, PULP FICTION, JACKIE BROWN), solido sceneggiatore (UNA VITA AL MASSIMO, NATURAL BORN KILLER), dopo l'ultima deludente pellicola del 1997, sforna un prodotto gustosamente ibrido che mescola insieme Action, Wire-Fu, spaghetti-western, Trash-Movie, bad girls e Manga-movie in un pastiche adrenalinico e sempre "sopra le righe".
Tanti gli spunti cinematografici: duelli e duetti alla Sergio Leone (con tanto di zufolo nel sottofondo), l'immaginario kung-fu del Giappone alla Bruce Lee (espressamente citato nel costume della Thurman), l'inserto manga nel flashback sul passato di O-Ren, i continui inserti in b/n...
Ben congegnato dal punto di vista narrativo (la storia procede per capitoli ed ellissi senza seguire una precisa linea temporale); è evidente la volontà di spiazzare lo spettatore lesinando informazioni utili (ma c'è ancora un altro "volume"...)
Piacevole e sempre curato il montaggio che non si risparmia neanche la più inutilizzata figura-tipo: lo split screen. Per il resto la macchina da presa spazia dagli epici campi totali alla Sergio Leone ai dettagli che tanto piacciono agli autori dell'ultima generazione in un tripudio di carrellate e dolly considerevoli. Molto espressivo l'utilizzo continuo di campo e contro-campo.
Godibilissima la galleria di personaggi, anche i minori, ognuno rispondente ad un perverso clichè.
E se l'evidenza del narratore esterno è maschile, non si può non notare come la forza del film sta proprio nei personaggi femminili... E qui un pensiero birichino: la spada è un simbolo fallico (appare nella pellicola per la prima volta come un ambiguo "pene" accarezzato dalla mano di Bill), è nell'insieme un'arma tipicamente maschile (penetrante), eppure sono le donne quella che la maneggiano meglio (vedi la sequenza all'interno del ristorante e la conclusione della stessa con la Thurman che dopo aver tagliuzzato la spada del giovane yakuza lo sculaccia letteralmente con la propria katana).
Da un punto vista morale non si può sottovalutare l'insistenza sulle scene di violenza (peraltro estremamente portate all'eccesso tanto da risultare inverossimili e pertanto "ridicole"), sul senso dell'"onore" e della vendetta.
Nell'insieme acido elogio dell'eterno femminino o spudorato gioco sessista? Il seguito e la risposta fra qualche mese; nel frattempo non perdete quasi due ore di puro divertimento cinematografico.

indietro

 

 

top