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FERRO 3 - La casa vuota

regia: Kim Ki-duk
Hee Jae, Seoung-yeon Lee (90')
anno: 2004


Tae-Suk è un ladro di niente. Si intrufola nelle case altrui momentaneamente vuote, fa il bagno, cura le piante, rimette in ordine, aggiusta gli elettrodomestici rotti poi se ne va, in cerca di un’altra casa da “abitare” per un po’, finché incontra la giovane Sun-hwa…
Riempire il vuoto creato da altri per dare un senso alla propria esistenza, diventare come fantasmi (morire?), per scoprire la vera libertà di esistere tra gli spazi e non solo nello spazio. Il Cinema di Kim Ki-duk (Seom – L’isola; Birdcage Inn; Indirizzo sconosciuto; Samaria; Bad Guy; Primavera, Estate, Autunno, Inverno… e ancora Primavera), vola alto con la leggerezza di una piuma salvo, a volte, colpire allo stomaco come solo la cinematografia orientale sa fare. Non delude gli amanti del genere quest’ultimo lavoro, inserito, a Mostra iniziata, nella rosa dei film in competizione. Sceneggiatura pregevole e imprevedibile, interpretazione intensa e minimale, taglio inconsueto delle inquadrature, uso scenografico delle luci e dei colori, ritmo narrativo convincente, resa formale di ottimo livello, danno vita ad un percorso simbolico che arriva alla pura astrazione nel suggerire che forse l’Amore assoluto, talmente puro da risultare impalpabile e invisibile ai non-amanti, è fatto della stessa sostanza di cui è fatto il Cinema: luce che vive in uno spazio a-dimensionale. Meritato il riconoscimento della Giuria Ecumenica del Premio SIGNIS che ha fregiato la pellicola coreana di una Menzione speciale con la seguente motivazione: “perché con un linguaggio esteticamente raffinato affronta il tema del superamento della realtà fisica per sottolineare come il cammino di liberazione personale passi attraverso la dimensione dello spirito”.

• Leone d'Argento - Premio Speciale per la Regia
• Menzione Speciale del Premio SIGNIS

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