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LA ROSA BIANCA - SOPHIE SCHOLL

regia: Marc Rothemund
Julia Jentsch, Alexander Held, Fabian Hinrichs, Johanna Gastdorf, André Hennicke, Florian Stetter
anno: 2005


Nella Germania nazista, a cavallo degli anni 1942-43, un gruppo di studenti universitari di Monaco di Baviera si attiva per organizzare azioni di propaganda anti-nazista, denunciando apertamente, anche con volantinaggi, la crudeltà delle leggi razziali, l’inutilità e gli orrori della guerra, le angherie e i soprusi del regime. Subiranno un processo farsa e finiranno ghigliottinati.
Gli episodi della Resistenza tedesca sono quasi assenti dalla memoria collettiva occidentale; eppure i fatti narrati ne La Rosa Bianca non sono del tutto estranei al sottobosco cinematografico (nel’82 ben due registi Percy Adlon e Michael Verhoeven producono rispettivamente: I cinque ultimi giorni e Rosa Bianca, mentre risale al 1971 una fiction televisiva italiana che tratta l’argomento).
Giocando la carta di una ricostruzione scenica rigorosa, quasi totalmente giocata su interni, stringendo la focale sui personaggi; procedendo per contrasti – da un lato il soffermarsi continuo sulle simmetrie rigorose delle architetture (e sul significato reale cui queste alludono: l’Ordine), dall’altro mostrando gli slanci giovanili e l’entusiasmo di chi, quell’Ordine, vorrebbe abbatterlo – Rothemund realizza una pellicola di discreto spessore, nitida e pulita come quella gioventù che mette sulla scena. Il linguaggio cinematografico si impreziosisce di slanci teatrali (la lunga sequenza del “processo”, gli interrogatori di Sophie) e anche la connotazione dei personaggi rimanda più alla logica delle “maschere” che ad una vera e propria interpretazione. Si apprezza la bravura di tutto il cast che riesce a dare il meglio in termini di qualità attoriale in un’opera che costringe, per la sua struttura stile Kammerspiel, ad enfatizzare intensità espressiva e ripetuta vicinanza alla macchina da presa.

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