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Fuori dal coro 2006
63. Mostra Int.le d'Arte Cinematografica
La 63. edizione della Mostra si svolgerà al Lido di Venezia dal 30 agosto al 9 settembre 2006. Secondo la consolidata articolazione, i film in concorso per il Leone d’Oro verranno presentati nella sezione VENEZIA 63, alcune delle opere più importanti dell’anno saranno proposte FUORI CONCORSO, mentre la sezione ORIZZONTI documenterà le nuove linee di tendenza del cinema.
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02/09/2006
Cuori a pezzi
Bentrovati! Ancora una volta i fatti smentiscono i buoni propositi ed ecco ritornare ad un aggiornamento notturno dopo l'ultima proiezione della giornata. A mia discolpa specifico che la mattinata, oltre alle consuete proiezioni, è stata dedicata ad un incontro allo spazio Eventi Cinema Garden promosso dall'Associazione Nazionale CGS Cinecircoli Giovanili Socioculturali; incontro che ha visto la presentazione del Premio Lanterna Magica 2006 (promosso dal Comitato per la Cinematografia dei Ragazzi e dallo stesso CGS e dedicato al film che "maggiormente colpisce la fantasia dei ragazzi"). Ulteriore momento di approfondimento è stata la socializzazione delle tre pubblicazioni: "I Giovani di Zà" di Giancarlo Giraud e Candido Coppetelli (Ed. "Le Mani"); "Il maestro e Biancaneve", di Fabio Sandroni e Nadia Ciambrignoni (Ed. Mediateca delle Marche); "Il viaggio dell'eroe" di Alberto Fassina (Ed. "Falsopiano"), tutti animatori e dirigenti dell'Associazione. Ma veniamo ad una breve presentazione delle pellicole visionate. Comincio con l'ultima della sera precedete: "Coeurs" di Alain Resnais. A partire da una commedia di Alan Ayckbourn (Private Fears in Public Paces), il "grande vecchio" della Nouvelle Vague, gioca a destreggiarsi fra Teatro e Cinema e, inanellando trovate registiche - con la sorniona complicità di un cast di tutto rispetto - costruisce una parabola molto nichilista (ma apprezzabilissima nella forma), sul bisogno tutto umano di relazioni sentimentali e trasporti amorosi. La mattinata di oggi, si apre, invece, all'insegna dell'horror con il fuori concorso: "Para entrar a vivir" di Jaume Balaguerò. Ancora una volta è una casa il luogo dell'orrore e, ancora una volta è la "famiglia" la vittima e il carnefice al tempo stesso. Piuttosto prevedibili alcune soluzioni, il film si apprezza più per costruzione degli interni e per l'inquietante atmosfera onirica che ne caratterizza prologo ed epilogo. Per la sezione "Orizzonti" sono due le pellicole visionate: "The Hottest State" e "Suely in the Sky". L'attore Ethan Hawke, qui alla sua seconda prova di regia, porta sul grande schermo un suo romanzo del '96 incentrato su una breve ed appassionata storia d'amore. Non convince del tutto il pubblico, soprattutto per la ripetitività di alcune soluzioni narrative, anche se si segnalano alcuni momenti ben riusciti ed alcune trovate di montaggio risolte felicemente, soprattutto nell'incipit. Dall'altra parte del globo, Karim Ainouz, architetto e cineasta brasiliano con "Suely in the Sky" ci offre la storia di una giovane ragazza-madre che, abbandonata dal compagno, torna in uno sperduto villaggio del Nord-est per fuggirne, poco dopo, abbandonando affetti e drammi del passato. Una sceneggiatura ben costruita che alterna inquadrature strette a campi lunghi ma che non svela i propri intenti: è un film denuncia...? Anche oggi la rassegna collaterale "Settimana della Critica" offre al pubblico un prodotto di gran pregio: ""Yi nian zhichu" (Do Over), del taiwanese Yu-chieh Cheng, riflessione semiseria, giocosa (travestita da dramma) sull'attesa del tempo, l'ansia del futuro, la paura dell'ignoto... I turbamenti e le paranoie dei giovani protagonisti sono rese con una narrazione sconnessa fatta di ellissi incrociate e cortocircuiti temporali senza logica apparente. L'uso frequente del digitale in tutte le sue declinazioni estetiche e un montaggio serrato e convulso, contribuiscono a creare un prodotto accattivante, a tratti difficilmente decifrabile, che strizza l'occhio al videoclip ma capace di suggerire contenuti e significati di buon livello. L'ultimo appuntamento della notte, il cartoon giapponese fuori concorso "Gedo senki" (Storie di Terramare) di Miyazaki Goro, malgrado l'illustre prosapìa delude la platea per l'eccessiva dilatazione dei tempi (soprattutto nella prima parte) e la scarsa introspezione dei personaggi che risultano tutti troppo piatti. Simpatiche, invece, i frequenti richiami all'architettura europea classica, medioevale e rinascimentale, utilizzati nell'abito della costruzione di uno spazio scenico immaginario e fantastico. Buona notte, finalmente.
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